MIA - Musica Insieme in Ateneo #23

Scritto il 20/02/2020
da Musica Insieme



Invitare alla musica, farla conoscere ai giovani e ai giovanissimi, ma anche offrire loro una vetrina importante per esibirsi e farsi conoscere. Questa la visione che sottende alle tante rassegne dedicate che negli anni abbiamo realizzato accanto alla stagione dei Concerti di Musica Insieme, come Musica per le Scuole, che porta al Teatro Manzoni da 16 anni gli studenti degli istituti medi superiori, o Che musica, ragazzi!, varata nel 2017 e rivolta ai giovanissimi alunni delle primarie e medie. Musica Insieme accompagna quindi alla scoperta della musica letteralmente dalle elementari all’università, e proprio MIA – Musica Insieme in Ateneo rappresenta il tassello finale di questo percorso che non esitiamo a definire educativo. Il tassello finale, ma anche il più antico: MIA nasce infatti nel 1997 da un pionieristico accordo con l’Università di Bologna, fra i primi mai stipulati in Italia fra un’associazione privata e un’istituzione pubblica, allo scopo di avvicinare gli studenti all’arte dei suoni con l’aiuto di interpreti riconosciuti e introduzioni mirate, negli spazi della loro quotidianità. Oggi, uno spazio riconosciuto e animato dagli studenti universitari è l’Auditorium del DAMSLab, centro nevralgico delle arti performative in città.

E mai come in questa nuova edizione, MIA – Musica Insieme in Ateneo si fa promotrice dei più brillanti talenti delle ultime generazioni: tre concerti sono dedicati infatti a Rising Stars come Giovanni Andrea Zanon, Leonora Armellini, Giulia Loperfido (interpreti italiani tutti Under 25), e ancora Emanuil Ivanov e Anton Spronk, trionfatori questi ultimi ai Concorsi “Busoni” e “Mazzacurati” 2019, e che si esibiranno per la prima volta a Bologna. Nuovi sono quindi anche gli interpreti coinvolti, che vanno ad arricchire la schiera dei maestri succedutisi in questi anni sul palco di MIA, da Ton Koopman a Uri Caine, da Salvatore Accardo a Bruno Canino (consapevoli come siamo che per ogni talento, oggi più che mai, è importante trovare un esempio da seguire), mentre costituisce ormai una piacevole tradizione il concerto della compagine del Collegium Musicum Almae Matris dell’Università di Bologna. Nuove sono anche le collaborazioni, come quella con il Teatro del Baraccano, con cui condividiamo l’impegno per l’educazione musicale (il concerto dell’11 marzo sarà preceduto da una matinée per le scuole), e che da Bologna “circuiterà” anche a Roma, Praga e Brno. Sul versante della formazione, del resto, la consolidata collaborazione con il Dipartimento di Musica e Spettacolo ci porta non solo a presentare un concerto insieme al Centro La Soffitta, ma anche a coinvolgere come relatori nelle introduzioni alle serate gli stessi studenti della Laurea magistrale in Discipline della Musica.

 

La partecipazione a tutti i concerti di MIA è gratuita per studenti e personale docente e tecnico-amministrativo dell’Università di Bologna, mentre per tutto il pubblico il biglietto ha un costo di 7 euro. I biglietti saranno disponibili la sera del concerto dalle 19,30 nel foyer dell’Auditorium DAMSLab. Non è prevista prenotazione.

 

MIA si realizza con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, dell’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna, e con il sostegno di Confcommercio Ascom Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e SOS Graphics.

 

Calendario

1.

Dietro i grandi talenti ci sono spesso dei grandi maestri. È il caso degli straordinari solisti che animeranno il cartellone 2020, come Giovanni Andrea Zanon e Leonora Armellini, protagonisti del concerto inaugurale mercoledì 29 gennaio. Il primo, che imbraccia il violino da quando aveva due anni, su consiglio di Zubin Mehta consegue il “Master of Art” con Pinchas Zukerman a New York, per perfezionarsi con Antje Weithaas e Sonig Tchakerian. Leonora Armellini si diploma a dodici anni con Laura Palmieri, della grande scuola di Arturo Benedetti Michelangeli, e si perfeziona con Sergio Perticaroli e Lilya Zilberstein. Entrambi “Under 25”, vincitori di decine di concorsi, compaiono in sale che vanno dalla Carnegie Hall alla Scala. Il loro programma affronta i capisaldi dello “stile concertante”, come le sonate di Beethoven e Brahms, e il virtuosismo funambolico della Tzigane di Ravel, che rilegge Paganini all’ungherese.

 

2.

Mercoledì 5 febbraio ospiteremo il debutto a Bologna di Emanuil Ivanov. Nato nel 1998 in Bulgaria, è il vincitore assoluto dell’edizione 2019 del “Busoni”, ovvero il più impervio concorso pianistico di tutti i tempi. Ci è arrivato dopo decine di premi, dal “Dinu Lipatti” al “Casagrande”, e dopo una formazione rigorosissima, nutrita degli insegnamenti di maestri come Bashkirov, Jasinski, Hewitt. In apertura del suo recital l’omaggio a Beethoven, di cui ricorre il 250° della nascita: ma un Beethoven raro, quello delle prime Variazioni che l’autore volle annoverare fra le sue opere importanti. Poi Ravel, che a sua volta con Miroirs era consapevole di aver segnato una svolta nella propria evoluzione armonica, per finire con un unicum come i Quadri di un’esposizione di Musorgskij, i cui colori ispirarono proprio a Ravel una versione orchestrale.

 

3.

Il Collegium Musicum Almae Matris, Coro e Orchestra ufficiale dell’Università di Bologna, nasce nel 1953 con l’importante missione di riunire studenti di tutto il mondo per condividere il linguaggio universale della musica. Oggi coinvolge centinaia di studenti, con tre cori, un’orchestra e diverse formazioni da camera, come quella che, sotto la direzione di Roberto Pischedda, proporrà mercoledì 19 febbraio il tradizionale concerto per MIA. Sempre originale il programma, che ha al suo centro uno dei primi approcci orchestrali del giovane Brahms, l’affascinante Serenata op. 16, incorniciata da due brani costruiti intorno a un solista: il clarinetto (qui Danilo Campo) nell’Adagio di Baermann, lavoro che sino al 1964 si riteneva composto da Wagner, e il violino (qui Gabriele Vincenzi) nella celeberrima Romanza op. 50 di Beethoven.

 

4.

Fondata nel 2013 da Giambattista Giocoli, direttore artistico del Teatro del Baraccano di Bologna, e protagonista di numerose nuove produzioni di teatro musicale da camera, l’Orchestra del Baraccano presenta a MIA un progetto che ripercorre il legame fra Bologna e Praga attraverso la figura di Josef Mysliveček. Noto in Italia come “il divino Boemo”, Mysliveček fu Accademico Filarmonico, e proprio a Bologna incontrò il giovane Mozart, che lo considerava un importante modello per la propria formazione. Di Mysliveček ascolteremo l’Ottetto per fiati, affiancato a Mládí di Leoš Janáček, scritto ricordando gli anni della giovinezza a Brno, mentre conclude il programma il sontuoso Nonetto del boemo Bohuslav Martinů.

 

5.

Nel concerto conclusivo del 25 marzo, in collaborazione con il Centro La Soffitta del Dipartimento delle Arti, ascolteremo per la prima volta a Bologna il violoncellista olandese Anton Mecht Spronk, vincitore del Concorso internazionale “Mazzacurati” 2019, dove si è aggiudicato anche il Premio dell’Orchestra Nazionale della RAI e il Premio del pubblico. Venticinquenne, al suo fianco Spronk avrà Giulia Loperfido: vent’anni nel 2020, forte della formazione con Bogino e Lucchesini, la Loperfido si perfeziona proprio in cameristica con il Trio di Parma. Nel concerto si fronteggiano due colossi del repertorio per violoncello e pianoforte: la pima delle due Sonate di Brahms e l’unica Sonata mai scritta per questo organico da Šostakovič.

 

Per informazioni:

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